La gestione delle risorse nella PA col ricorso alle norme volontarie (ISO9000:2000, ISO14000 e EMAS II): segnali promettenti e nuovi spazi di sperimentazione.
La mia conoscenza delle Norme di cui sopra si basava sulla esperienza pratica precedentemente svolta nella progettazione e messa a regime di un SGQ in una Azienda di Informatica in rapida espansione, nella quale la presenza di più "dipartimenti" richiedeva da un lato di reingegnerizzare e formalizzare le procedure esistenti e dall'altro di rendere le stesse più snelle ed efficaci pur nel rispetto delle prerogative delle norme cogenti e sulla qualità.
Essendo l'articolo comunque datato non solo i link ai siti web citati sono del tutto superati e non più
raggiungibili, ma anche i riferimenti alle norme per la progettazione e condizione dei sistemi di gestione singoli o integrati sono del tutto superati. Inoltre nel frattempo è entrato nella prassi anche l'integrazione dei Sistemi di Gestione della Sicurezza (SGS) insieme agli SGQ e SGA arrivando appunto ai Sistemi di Gestione Integrata "Qualità, Sicurezza e Ambiente" (SGQSA). Senza considerare la profonda trasformazione delle norme stesse sulla Qualità che dalla cosiddetta Vision2000 sono passate alla revisione del 2008 e del 2015 fino all'ultima revisione del 2018 concernente la ISO9004 relativa al miglioramento continuo; così come pure il Regolamento EMAS che nel 2009 è stato rivisto e modificato per poi entrare in vigore all'inzio del 2010 Regolamento (CE) n.1221/2009 (EMAS III).
Nonostante le limitazioni di cui sopra ho deciso comunque di non eliminare i collegamenti e di non editare il testo nelle parti che fanno riferimento alle varie norme, inserendo solo dove necessario eventuali note esplicative, in quanto ritengo che per comprendere il presente sia necessario sempre ripartire dalle condizioni pregresse in modo da poter meglio identificare quelle "invarianti" sulle quali basare ricerca e azione future.
Introduzione
Ad una crescente complessità che la gestione dell'Ente Locale richiede è necessario contrapporre un approccio sempre meno orientato al Governo e sempre di più alla Governance non solo verso l'esterno – il Cittadino/Utente – ma anche verso l'interno dell'Organizzazione stessa. Perciò a sostegno di un impalcato normativo (definito come il contesto normativo cogente) che individua come soluzione per la gestione del “tutto” il riordino e potenziamento di meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche (L.59/1997, D.Lgs 286/1999, D.Lgs 267/2000), con la conseguente riforma della Dirigenza (D.Lgs 165/2001, L. 145/2002), sembrerebbero aprirsi nuove opportunità per l'ingresso nella cultura della PA dei concetti del Systemic Management e del miglioramento continuo, prefigurando un ambiente favorevole all'applicazione di strumenti utili all'esercizio della leadership da parte della Dirigenza attraverso l'”approccio per processi”, l'empowerment e la partecipazione attiva dei collaboratori, il lavoro per obiettivi concreti, la misurazione e la valutazione dei risultati.
Da una breve ricerca su internet condotta per questo lavoro
- e dunque basata sulla rappresentazione soggettiva che i vari Enti Locali
propongono - emergerebbe sia una soddisfacente capacità di delineare il proprio
percorso evolutivo ed esperenziale (anche se rimane da approfondire la realtà
oggettiva) sia la concreta possibilità di migliorare la gestione delle risorse
umane, finanziarie (PEG, Controllo di Gestione, formazione continua) e delle
attività (erogazione di servizi a valore aggiunto on-line e off-line,
comunicazione) con l'applicazione dei principi contenuti nelle norme volontarie
a compendio della normativa cogente e secondo i principi della efficienza,
efficacia, economicità ed imparzialità dell'azione amministrativa.
Dall'emergere di questi nuovi paradigmi gestionali, frutto
dell'esperienza di Comuni, Provincie, Comunità Montane e Regioni, si aprono
nuove prospettive per quelle Amministrazioni richiamate facoltativamente
all'applicazione del D.Lgs 267/2000 (Enti al di sotto dei 15 mila
abitanti, Regioni e Comunità Montane), ma comunque soggetti ai principi del D.Lgs
286/1999 (nell'ambito delle rispettive autonomie) che possono basare la
propria azione di innovazione su modelli condivisi su base scientifica e
riconosciuti a livello internazionale.
1. Il contesto operativo della PA
Sebbene in questo momento storico di grandi riforme (Titoli
III e V della Costituzione) si assista a progressive dilatazioni e
restringimenti del contesto operativo della PA, un approccio che parta
dall'analisi dei servizi erogati e delle modalità con le quali vengono erogati
potrebbe essere di ausilio all'individuazione di categorie interpretative non
tradizionali e dal carattere fortemente operativo.
Per identificare tali categorie possono essere adottati
diversi punti di vista a seconda che si utilizzi una prospettiva di tipo
sociologico o di tipo “ecologico” (in forma più tecnica, lo definiremmo
sistemico). L'approccio ecologico tende
a considerare l'Amministrazione operante non in un contesto astratto spesso
ristretto alla sola società locale[1],
ma operante in uno spazio costituito da varie geografie che insieme concorrono
determinarne la forma e dunque i limiti. La forma è condizionata dalle
modificazioni dovute alle attività di varia natura che la stesse società locali
praticano mentre i limiti sono i tradizionali confini amministrativi che quasi
sempre negano l'unitarietà spaziale delle componenti fondanti il territorio
naturale e che, nella letteratura della disciplina della pianificazione
ambientale, vengono definite, a secondo degli autori, unità di paesaggio o
unità paesaggistico ambientali.
Proprio quest'ultimo elemento permette di individuare tutta
una serie di criticità di natura operativa laddove amministrazioni contermini e
non si scontrano con la necessità di salvaguardare le proprie prerogative nella
gestione delle risorse scontrandosi, contemporaneamente, con le istanze di
gruppi interni alla stessa o ad altre società locali che in qualche modo
vengono investite direttamente o indirettamente dalle scelte gestionali sempre
più spesso contingenti e sempre meno pianificate. Si pensi ai territori
attraversati da uno stesso fiume e alle politiche di gestione dei territori di
monte e di valle che pure in presenza di un'autorità d'ambito risultano il più
delle volte non compatibili fra di loro ed allo stesso tempo non compatibili
con gli interessi generali allargati che richiedono sempre maggiore attenzione
alle tematiche ambientali. A ciò si aggiungano i contrasti dovuti a direttive
stabilite da strumenti normativi a carattere sovraordinato. Queste situazioni
si riflettono in maniera forte nei rapporti di reciproco interesse dei
Cittadini e delle Imprese che operano sul territorio e che hanno sempre più
bisogno di regole chiare e servizi efficienti.
Emerge un modello di rapporti nel quale la singola PA è il centro di una rete i cui nodi oltre ad altre PA sono rappresentati dalle categorie interpretative più ampie della società: cittadini e imprese. Tale modello ha subito a sua volta un processo di “digitalizzazione” nell'ambito
dell'e-government configurandosi come una serie di modelli emergenti che
possono essere così riassunti (Pollifroni, 2003):
Government to Citizen (G2C): comprende le
attività erogative di servizi da parte di una P,A. verso i propri cittadini
(rientrano in questo modello, ad esempio, la realizzazione dei portali Web
delle PP.AA., i servizi on line, i call-center, ecc.);
Government to business (G2B): include le
attività erogative di servizi on line da parte della P.A. verso le imprese
(rientrano in questo modello, ad esempio, la presentazione in formato elettronico
della modulistica fiscale, previdenziale, assicurativa, ecc.);
Business to Government (B2G), che contempla le
attività di commercio elettronico legate alla fornitura di beni e servizi da
parte delle imprese alla P.A. (rientrano in questo modello, ad esempio, le
attività di e-procurement);
Government to Emplojeer (G2E), comprendente le
attività legate alla fornitura di servizi da parte di una P.A. verso i propri
dipendenti (rientrano in questo modello, ad esempio, le attività di formazione
al personale attraverso re-learning);
Government to Govemment (G2G), rientrano in
questo modello:
a) le attività di collaborazione tra PP.AA. appartenenti ad
uno stesso Stato (un esempio in Italia è fornito dalla realizzazione della Rete
Nazionale della P.A.);
b) le iniziative di collaborazione tra PP.AA. appartenenti a Stati diversi, finalizzate alla lotta alla criminalità organizzata.Modelli di eGovernment (Pollifroni, 2003) |
In questo quadro il ruolo della PA è quello di
sapere interpretare la realtà locale e di fornire ausilio alla definizione
delle politiche sia di carattere generale che settoriale con la propria
professionalità e i propri apparati capaci di fornire informazioni e dati
attendibili a supporto delle decisioni. In questo contesto è necessario
affrontare due vecchi temi, o se vogliamo illusioni, i quali emergono ogni
volta che all'interno di un'organizzazione si danno forti iniezioni di
tecnologia: il “mito della razionalità tecnica” e il mito dell'esistenza di un
generale “consenso sui fini” (Shöen, 1983). Infatti “dal punto di vista
della razionalità tecnica, la pratica professionale è un processo di soluzione
dei problemi di scelta o decisionali risolti mediante la selezione fra i mezzi
disponibili di quello che meglio si adatta a determinati fini. [...] Nella
realtà della pratica i problemi non si presentano al professionista come dati.
Essi devono essere costruiti a partire dai costituenti di situazion
problematiche che sono sconcertanti, turbative, incerte”[2].
Da queste criticità possiamo cogliere l'occasione di vedere la PA non come
un'entità astratta ma come un'organizzazione fatta di professionisti proiettati
verso una pratica professionale che, come qualsiasi altra, ha a che fare con il
tema della progettazione. ossia, come lo definisce Simon, un processo di “trasformazione
di situazioni esistenti in situazioni preferite”[3].
Se questa è la visione della PA allora è necessario ragionare sui vincoli e
sugli strumenti operativi che i professionisti, che al suo interno operano,
hanno a disposizione per dispiegare la propria capacità progettuale. Nel
proseguo del ragionamento consideremo
come vincoli la normativa cogente (soprattutto le prescrizioni in materia di
Bilancio e controllo di gestione) e come strumenti operativi le norme tecniche
internazionali ad adesione volontaria.
Il ruolo della direzione nella UNI EN ISO 9001:2000 è considerato determinante e insostituibile in quanto motore propulsivo iniziale del processo che si configura nella prima fase essenzialmente come top-down. Attraverso la definizione della politica e gli obiettivi per la qualità, individuando le responsabilità per la conduzione del sistema di gestione per la qualità e mettendo a disposizione le risorse necessarie (umane, finanziarie, infrastrutturali), la Direzione ha il compito di curare la comunicazione interna all'organizzazione al fine di favorire i processi innovativi “dal basso”. Essa, inoltre, deve impegnarsi affinché i requisiti del cliente e quelli cogenti siano portati a conoscenza di tutti i livelli organizzativi e deve partecipare al riesame delle prestazioni del sistema di gestione per la qualità al fine di valutarne l'adeguatezza in termini di efficacia e efficienza.
La norma contiene un'appendice A che costituisce una guida per l'uso della prima parte prescrittiva ed un'appendice B contenente un prospetto circa le connessioni tra la norma ISO 9001 sui Sistemi Qualità e la stessa ISO 14001. La norma infatti dichiara le affinità fra il SGQ (Sistema di gestione della qualità) ed il SGA, specificando che il primo tratta essenzialmente le esigenze della clientela mentre il secondo riguarda le esigenze di una vasta serie di parti interessate.
I Comuni individuati nella breve ricerca sono, come
già detto, in tutto dodici: Albissola Superiore (SV) [12];Argenta
(FE) [13];
Desenzano sul Garda (BS) [14];
Faenza (RA)[4];
Fidenza (PR)[5];
Mantova (MN)[6];
Schio (VI)[7].
Tra questi si ritiene opportuno approfondire le esperienze dei primi due in
quanto rappresentative ed esemplari: nel caso di Albissola Superiore perché
rappresenta il primo Comune in Italia ad avere implementato un Sistema di
Gestione Integrato Qualità-Ambiente; Argenta, invece, rappresenta in maniera
esemplare il passaggio dalla vecchia alla nuova edizione delle norme UNI EN
ISO9001 estendendo il campo di applicazione del suo SGQ e attuando il miglioramento continuo come requisito
fondamentale.
La Provincia di Viterbo invece si distingue sia perché
incentra i suoi sforzi nell'implementazione di un Sistema di Gestione
Ambientale (SGA) sia per la chiarezza e completezza delle informazioni
disponibili sul sito. La scelta è stata quella di implementare il SGA in
conformità alla UNI EN ISO 14001 per poi estenderlo alle specifiche del
Regolamento CE2001/761 EMAS II. Come gia detto in precedenza, i due schemi sono indipendenti ma tra loro compatibili e non è obbligatorio
passare attraverso la certificazione secondo la norma UNI EN ISO 14001 per
ottenere la registrazione EMAS anche se consigliabile dal punto di vista
metodologico.
Bibliografia
1.1 Il contesto normativo cogente
A partire dal D.Lgs 77/1995 ad oggi si è assistito ad una
produzione continua di norme e regolamenti tesi all'innovazione della Pubblica
Amministrazione con estrema attenzione alla nuova configurazione e alla
gestione delle risorse finanziarie e umane (Bilancio, Piano Esecutivo di
Gestione, Controllo di Gestione).
Nella seguente tabella si propone una panoramica di tali
norme.
Norma
|
Contenuto
|
D. Lgs. del 25 febbraio 1995, n. 77
|
Ordinamento
finanziario e contabile degli enti locali (articoli su programmazione,
bilancio e controllo)
|
D. L. 27 ottobre 1995, n. 444
convertito, con modificazioni, dalla Legge 20 dicembre 1995, n. 539
|
Disposizioni
urgenti in materia di finanza locale
|
D. Lgs. 11 giugno 1996, n. 336
|
Disposizioni
correttive del D. Lgs. 77/95, in materia di ordinamento finanziario e
contabile degli enti locali
|
Legge 23 dicembre 1996, n. 662
|
Misure
di razionalizzazione della finanza pubblica
|
D. L. 31 dicembre 1996, n. 669
convertito con modificazioni nella Legge 28 febbraio 1997, n. 30
|
Disposizioni
urgenti in materia tributaria, finanziaria e contabile a completamento della
manovra di finanza pubblica per l’anno 1997
|
Legge 15 maggio 1997, n. 127 (Bassanini
bis)
|
Misure
urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di
decisione e di controllo
|
D. Lgs. 15 settembre 1997, n. 342
|
Disposizioni
in materia di contabilità, di equilibrio e di dissesto finanziario degli enti
locali
|
Legge 27 dicembre 1997, n. 449
|
Misure
per la stabilizzazione della finanza pubblica
|
Corte costituzionale, sentenza 69/98
|
Decisione
interpretativa, illegittimità costituzionale art. 113, c. 2
|
Legge 16 giugno 1998, n. 191 (Bassanini
ter)
|
Modifiche
ed integrazioni alla Legge 15 marzo 1997, n. 59 e Legge 15 maggio 1997, n.
127, nonché norme in materia di formazione del personale dipendente e di
lavoro a distanza nelle pubbliche amministrazioni. Disposizioni in materia di
edilizia scolastica
|
D. Lgs. 23 ottobre 1998, n. 410
|
Disposizioni
correttive ed integrative dei D. Lgs. 25 febbraio 1995, n. 77, e 15 settembre
1997, n.
|
Legge 23 dicembre 1998, n. 448
|
Misure
di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo
|
Legge 18 febbraio 1999, n. 28
|
Disposizioni
in materia tributaria, di funzionamento dell'amministrazione finanziaria e di
revisione generale del catasto
|
D.
Lgs. 30 luglio 1999 n. 286
|
Riordino e potenziamento dei meccanismi
e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma
dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
|
D.
Lgs. 18 agosto 2000, n. 267
|
Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali (articoli su programmazione, bilancio e
controllo)
|
Legge 23 dicembre 2000, n. 388
|
Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2001): Art. 53, c. 23
|
Legge
28 dicembre 2001, n. 448
|
Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2002)
|
D.Lgs 30 marzo 2001, n. 165
|
"Norme generali sull'ordinamento
del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche"
|
L. 15 luglio 2002, n. 145
|
"Disposizioni per il riordino
della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e
l'interazione tra pubblico e privato".
|
Direttiva “Frattini”
|
Direttiva
sulla formazione e la valorizzazione del personale delle pubbliche
amministrazioni
|
I regolamenti di disciplina
della modulistica contabile
Norma
|
Contenuto
|
D.P.R. 31 Gennaio 1996, n. 194
|
Regolamento
per l’approvazione dei modelli di cui all’art. 114 del D. Lgs. 25 febbraio
1995, n. 77, concernente l’ordinamento finanziario e contabile degli enti
locali
|
Ministero del Tesoro, Decreto 24 luglio
1996
|
Definizione
degli elenchi con cui vengono individuati i codici di bilancio stabiliti
dall’art. 3 del DPR 31 gennaio 1996, n. 194 e la descrizione e la numerazione
delle voci economiche per le province, i comuni, le unioni di comuni, le città
metropolitane e per le comunità montane
|
D.P.R.
3 Agosto 1998, n. 326
|
Regolamento
recante norme per l'approvazione degli schemi di relazione previsionale e
programmatica degli enti locali di cui all'articolo 114, comma 2, del decreto
legislativo 25 febbraio 1995, n. 77, e successive modifiche ed integrazioni
|
Di queste norme se ne possono considerare in particolare
quattro come rappresentative dell'ingresso di alcuni concetti basilari per una
corretta gestione delle risorse finanziarie e umane quali i meccanismi e gli
strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei
risultati dell'attività svolta e la formazione e la valorizzazione del
personale delle pubbliche amministrazioni: il D.Lgs 286/1999 relativo al
"Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e
valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attivita' svolta
dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo
1997, n. 59"; il D.Lgs 267/2000, denominato "Testo unico delle
leggi sull'ordinamento degli enti locali";il D.Lgs 165/2001 contenente "Norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche"; e la L. 145/2002 recante "Disposizioni
per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze
e l'interazione tra pubblico e privato".
2. Il sistema delle norme tecniche internazionali ad adesione volontaria
Il sistema delle cosiddette “norme volontarie” è attualmente
costituito da una serie di norme tecniche emanate dalla International Organization for
Standardization (ISO) e da una Direttiva dell'Unione Europea. Tali norme si
occupano della progettazione, realizzazione e conduzione di Sistemi di Gestione
della Qualità (SGQ), con la famiglia
delle ISO9000, e dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA), con la famiglia
delle ISO14000 e il Regolamento CE 2001/761 sul Environmental Management and
Audit Scheme (EMAS). Mentre le norme sulla Qualità si configurano come un
vero e proprio strumento di management a trecentosessanta gradi quelle sui SGA
rappresentano una fondamentale integrazione per il miglioramento della gestione
dei servizi legati alla gestione e governo del territorio alla quale la PA è
preposta.
2.1 Le norme della serie ISO9000 [4]
Il miglioramento della qualità è diventata la chiave
strategica della competizione a livello nazionale e internazionale suscitando
un interesse crescente verso i sistemi di gestione della qualità come
metodologia per assicurare la conformità dei prodotti e dei servizi alle aspettative
dei clienti (Barbarino, 2001). In realtà l'origine delle norme sulla
assicurazione della qualità furono sviluppate nel 1959 per scopi militari dall'US
Department of Defence con lo scopo di unificare i requisiti
relativi ai sistemi qualità da applicare a tutti i formitori del Dipartimento
stesso. Solo nel 1979 comparve il primo standard per usi commerciali edito
dalla British Standard Institution (BSI) noto come BSI5750. A partire
proprio da questo standard, nel 1987, il Comitato tecnico Iso/Tc176 elaborò lo
standard destinato a diventare il riferimento in campo internazionale noto come
la famiglia di norme delle ISO9000 con lo scopo di aiutare le organizzazioni a
progettare, realizzare e mantenere dei Sistemi di Gestione della Qualità (SGQ).
Successivamente approvate dal CEN
(Comitato Europeo di Normazione), sono divenute anche norme europee
(EN), ottenendo, infine, lo status di norma nazionale mediante la pubblicazione
della traduzione in lingua italiana curata dall'UNI (Ente Italiano di Unificazione).
Attualmente la famiglia è composta da cinque norme:
Le “nuove” norme della serie ISO 9000 sono:
· UNI
EN ISO 9000:2000 Sistemi di gestione per la qualità – Fondamenti e
terminologia (che incorpora la ISO 8402 e la ISO 9000:1994): contiene i
principi fondamentali e di riferimento e la spiegazione dei termini;
· UNI
EN ISO 9001:2000 Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti (che
incorpora le ISO 9001/2/3 del 1994): specifica i requisiti che devono essere
soddisfatti da un sistema di gestione per la qualità, adottato
dall'organizzazione e si focalizza sull'efficacia;
· UNI
EN ISO 9004:2000 Sistemi di gestione per la qualità – Linee guida per il
miglioramento delle prestazioni (incorpora le linee guida precedenti ISO 9004-1
e 2 del 1994): amplia la gamma degli obiettivi per il sistema di gestione per
la qualità al fine di assicurare il miglioramento delle prestazioni complessive
e dell'efficienza dell'organizzazione oltre che della sua efficacia.
La UNI EN ISO 9001:2000 può essere utilizzata in coppia con
la UNI EN ISO 9004:2000 per costituire una coppia definita "coerente"
essendo le norme complementari.
La novità peculiare della nuova norma risiede nel cosiddetto
“approccio per processi” che prevede di attuare
la gestione dell'organizzazione attraverso la identificazione, analisi
delle interazioni reciproche e con i processi esterni, secondo una visione
sistemica: questo fa si che la si possa applicare a tutte le organizzazioni
indipendentemente dalle dimensioni, settore, tipo o prodotti e servizi forniti,
oltre ad essere compatibilite con altri sistemi di gestione quali i Sistemi di
Gestione Ambientale (SGA) normati dalla UNI EN ISO 14001:1996 (di cui si parla
in seguito) o altri sistemi di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro, la gestione dei rischi, e la
gestione finanziaria.
“Il modello di processo, cui fa riferimento la
norma è basato sul principio di Deming, noto come Pdca (Plan-do-check-act), e
richiede che l'organizzazione adotti la pianificazione, lo sviluppo, la
gestione e la misurazione dei singoli processi al fine di disporre di dati
oggettivi sui quali riflettere e avviare progetti di miglioramento continuo su
base sistematica. Tali misurazioni non hanno più per obiettivo la sola
conformità ai requisiti specificati, come in passato quando prevaleva la logica
del contratto tra fornitore e committente, ma la valutazione delle prestazioni
interne, quali il sistema di gestione, i processi e i prodotti/servizi, aspetti
economico-fìnanziari, le risorse ecc., e delle prestazioni esterne
all'organizzazione, quali la customer satisfaction, i reclami, la soddisfazione
delle parti interessate e tutto quello che a essi è correlato” (Barbarino,
2001). Questo concetto mostra come la l'ontologia delle nuove norme sia
basata sul principio di retroazione
introdotto per prima dalla cibernetica (Capra, 1996) e poi diventato elemento
fondante di tutte le discipline organizzative basate su un approccio sistemico[5] .
La visualizzazione in forma circolare sottolinea la
necessità di una continua ripetizione della loro successione per portare a una
nuova pianificazione sulla base dell'esperienza acquisita.
Ciascuna di queste quattro fasi, inoltre, può essere
costituita come un sotto ciclo PDCA.Modello della "Ruota di Deming" |
Il ruolo della direzione nella UNI EN ISO 9001:2000 è considerato determinante e insostituibile in quanto motore propulsivo iniziale del processo che si configura nella prima fase essenzialmente come top-down. Attraverso la definizione della politica e gli obiettivi per la qualità, individuando le responsabilità per la conduzione del sistema di gestione per la qualità e mettendo a disposizione le risorse necessarie (umane, finanziarie, infrastrutturali), la Direzione ha il compito di curare la comunicazione interna all'organizzazione al fine di favorire i processi innovativi “dal basso”. Essa, inoltre, deve impegnarsi affinché i requisiti del cliente e quelli cogenti siano portati a conoscenza di tutti i livelli organizzativi e deve partecipare al riesame delle prestazioni del sistema di gestione per la qualità al fine di valutarne l'adeguatezza in termini di efficacia e efficienza.
Quest'ultima fase definita secondo la norma
“misurazione e miglioramento” comprende sia le misurazioni della soddisfazione
del cliente (di origine esterna) sia le misurazioni in continuo delle
prestazioni del sistema di gestione per la qualità (misurazioni di processo,
misurazioni di prodotti/servizi, trattamento delle non conformità di prodotto)
che a scadenze prefissate (verifiche ispettive interne e riesame da parte della
Direzione)
2.2 Le norme della serie ISO14000 [6]
Le norme UNI EN ISO 14000 del 1996 attualmente in vigore nel
nostro Paese sono state elaborate dal comitato tecnico dell'ISO (International
Organisation for Standardisation) TC 207 "Environmental management".
Il comitato ISO TC 207 ha
in seguito avviato i lavori di revisione del documento i quali si prevede
termineranno entro la fine del 2004.
Le modifiche che compariranno nel nuovo documento non
sono assolutamente di sostanza, riguardando infatti più che altro il miglioramento del testo e l'allineamento
con ISO 9001:2000.
Tali norme hanno lo scopo di aiutare le organizzazioni -
aziende, società, imprese o istituzioni, purché dotate di proprie strutture
funzionali e amministrative - a realizzare e mantenere sistemi di gestione
ambientale. In particolare, la normativa richiede alle organizzazioni di:
• assicurare il
proprio impegno alla gestione ambientale e definire la propria politica
ambientale;
• formulare un piano
di attuazione della propria politica ambientale;
• rendere disponibili
le risorse e i supporti necessari a conseguire le finalità di tale politica e
gli obiettivi ambientali finali e intermedi;
• mettere in atto un
sistema di monitoraggio in grado di misurare, tenere sotto controllo e valutare
le prestazioni ambientali e mettere in atto le azioni correttive necessarie a
rivedere e migliorare con continuità il sistema di gestione ambientale.
Particolare rilievo all'interno della logica prevista dalle
UNI EN ISO 14000 assume la politica ambientale, strumento che comporta
l'impegno all'osservanza della normativa, alla prevenzione dell'inquinamento e
al miglioramento continuo. Tale strumento deve essere disponibile al pubblico e
l'organizzazione ha il compito di sviluppare, attuare, rivedere e mantenere la
propria politica ambientale mediante quattro tipologie di attività:
1)
pianificazione, per individuare gli
impatti ambientali significativi - attraverso metodologie volte a identificare
gli aspetti ambientali delle attività, dei prodotti e dei servizi
dell'organizzazione - e definire gli obiettivi finali e intermedi del proprio
sistema di gestione ambientale;
2)
attuazione, per definire, in maniera
documentata, i ruoli e le responsabilità del sistema di gestione ambientale, identificando
e rendendo disponibili le necessarie risorse umane e finanziarie;
3)
monitoraggio, per mantenere il controllo
di tutte le operazioni e le attività legate alle caratteristiche ambientali più importanti, nel rispetto delle
leggi e dei regolamenti in materia; per definire le azioni preventive e
correttive che prevengano e gestiscano le non conformità eliminandone le cause;
per condurre audit periodici del sistema di gestione ambientale; garantire un
sistema di gestione delle registrazioni inerenti il sistema;
4)
revisione del sistema, per condurre a
livello direzionale revisioni periodiche del SGA, verificandone la
corrispondenza alle esigenze dell'organizzazione e il relativo adeguamento,
adeguatezza ed efficacia.
Il sistema di norme tecniche UNI EN ISO 14000 può essere
sintetizzato come segue:
· UNI
EN ISO 14001 - Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guide per
l'uso: è l'unica norma prescrittiva mentre le altre sono delle semplici guide.
Essa fornisce i requisiti di un SGA in modo tale da permettere ad
un'organizzazione di formulare una politica e stabilire degli obiettivi,
tenendo conto delle prescrizioni legislative e delle informazioni riguardanti
gli impatti ambientali significativi. È stata redatta in modo da essere
appropriata per organizzazioni di ogni tipo e dimensione e si adatta alle
differenti situazioni geografiche, culturali e sociali.
La norma contiene un'appendice A che costituisce una guida per l'uso della prima parte prescrittiva ed un'appendice B contenente un prospetto circa le connessioni tra la norma ISO 9001 sui Sistemi Qualità e la stessa ISO 14001. La norma infatti dichiara le affinità fra il SGQ (Sistema di gestione della qualità) ed il SGA, specificando che il primo tratta essenzialmente le esigenze della clientela mentre il secondo riguarda le esigenze di una vasta serie di parti interessate.
· UNI
EN ISO 14004 - Sistemi di gestione ambientale - Linee guida su principi,
sistemi e tecniche di realizzazione: fornisce le linee guida generali e i
principi relativi allo sviluppo e all'applicazione di un SGA, accompagnati da
esempi pratici. I cinque principi enucleati dalla norma sono: impegno e
politica; pianificazione; attuazione; misura e valutazione; esame e
miglioramento continuo.
· UNI
EN ISO 14010 - Linee guida per audit ambientali - Principi generali:
stabilisce i principi generali
applicabili a qualunque tipo di audit ambientale, definito dalla stessa norma
come processo di verifica, sistematico e documentato per conoscere e valutare
oggettivamente le evidenze di audit, al fine di stabilire se determinate
attività riguardanti l'ambiente, avvenimenti, condizioni, sistemi di gestione,
o informazioni ad esso riferite sono conformi ai criteri di audit e per
comunicare al cliente i risultati di tale processo. La norma non manifesta
alcuna corrispondenza con le norme della serie ISO 10011 e le successive ISO
19011 (audit del sistema qualità) e non contiene chiarimenti a quali tipi di
audit ambientale (di sistema EMAS, di prestazione, di conformità, ecc.) si
riferisce.
· UNI
EN ISO 14011 - Linee guida per audit ambientali - Procedure di audit -
Audit di sistemi ambientali:
stabilisce le procedure atte a
pianificare e condurre un audit di un sistema di gestione ambientale. Essa
corrisponde, anche come contenuto, alla norma ISO 10011/1 relativa alle
procedure per condurre un audit di un Quality Management System (Sistema di
gestione della qualità). Nella nuova stesura si farà riferimento alla ISO19011
che sostituisce la ISO 10011.
· UNI
EN ISO 14012 - Linee guida per auditor ambientali - Criteri di
qualificazione auditor ambientali:
stabilisce i criteri per la
qualificazione dei revisori ambientali. Ha un titolo ed una struttura
corrispondente a quelli della ISO 10011/2, ma il contenuto è in gran parte
differente soprattutto per quanto concerne la maggiore specializzazione
settoriale richiesta agli auditor ambientali.
Come già detto entro la fine del 2004 il Comitato tecnico
Iso/Tc207 prevede di concludere l'iter di revisione della norma. Per ora è
possibile fare riferimento allo schema generale della stessa rappresentato in
figura [7]
ISO (2003), Environmental
Management - The ISO 14000 Family of International Standards,
http://www.iso.org/iso/en/prods-services/otherpubs/iso14000/index.html |
2.3 La norma europea di gestione ambientale e valutazione EMAS [8]
Come gia detto, EMAS è l'acronimo di Environmental
Management and Audit Scheme ed è un vero e proprio Regolamento dell'Unione
Europea (il CE 2001/761 per la precisione).
Di seguito una breve cronologia utile per comprendere
l'evoluzione del regolamento [9]:
· Giugno
1993 - Adozione del regolamento
CE1836/93 da parte del Consiglio Europeo. Viene definito il sistema di l'eco-gestione e schema di verifica (EMAS)
aperto al settore delle aziende industriali dell'Unione Europea.
· 1993-1995
- Messa a punto delle strutture per l'esecuzione dello schema: Organismi Competenti, Enti Di Accreditamento.
· Aprile
1995 - EMAS viene allargato alla partecipazione dalle aziende del settore
manifatturiero
· 1996
- La Commissione riconosce lo standard
ISO 14001 come un passo fondamentale per la partecipazione a EMAS.
· 1997
- Viene attivato il processo di
consultazione per la revisione del regolamento EMAS: la DG Ambiente effettua una serie di
consultazioni con gli stakeholders per raccogliere i loro punti di vista
riguardo alle possibili correzioni.
· Ottobre
1998 - La Commissione presenta una proposta di revisione di EMAS. Questa proposta passa con la procedura
legislativa di co-decisione.
· Marzo
2001 – Nasce EMAS; il nuovo regolamento
EMAS CE761/2001 viene adottato dal
Consiglio e dal Parlamento Europeo.
· Settembre
2001 - La Commissione adotta i documenti tecnici per l'esecuzione dello schema.
EMAS rappresenta un nuovo approccio alla gestione
dell’ambiente e del territorio attraverso l’utilizzazione dei meccanismi di
mercato, che può aiutare a migliorare su base volontaria i requisiti minimi
previsti dalla legislazione ambientale e che, integrandone i principi, supera i
precedenti elementi di competizione con lo standard ISO14001 permettendo una transizione graduale per le
aziende che desiderano passare da ISO 14001 ad EMAS.
I principali obiettivi di EMAS sono il miglioramento
continuo delle prestazioni ambientali, la dimostrazione della conformità alla
legislazione ambientale vigente e la comunicazione al pubblico degli obiettivi
raggiunti.
I requisiti di EMAS, quale strumento a carattere volontario,
sono l’adozione di un sistema di gestione ambientale, la sua revisione (audit),
ed una comunicazione periodica al pubblico relativa alle prestazioni ambientali
dell’impresa.
“La norma UNI EN ISO 14001 ed il Regolamento EMAS
rappresentano gli unici riferimenti formali per quelle organizzazioni che
vogliono produrre e amministrare tenendo sistematicamente sotto controllo
l’impatto ambientale delle proprie attività e dei propri servizi, con un’ottica
rivolta oltre che al rispetto delle leggi e delle norme, anche alla ricerca di
un costante e continuo miglioramento delle prestazioni ambientali. Il
Regolamento EMAS richiede, in aggiunta ad un sistema di gestione ambientale
conforme alla norma UNI EN ISO 14001, una serie di requisiti addizionali” [10].
Di seguito si presenta uno schema completo del percorso EMAS
tratto dal sito web dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo [11]
schema completo del percorso EMAS tratto dal sito web dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo http://www.provincia.vt.it/ambiente/emas/SCHEMA%20EMAS.pdf |
Essendo i due schemi indipendenti e contemporaneamente tra
loro compatibili non è obbligatorio passare attraverso la certificazione
secondo la norma UNI EN ISO 14001 per ottenere la registrazione EMAS e
viceversa. Inoltre, è possibile ottenere entrambi i riconoscimenti in modo
contestuale. Rimane il fatto che per un Ente Locale la registrazione EMAS
fornisce elementi aggiuntivi rispetto alla certificazione secondo UNI EN ISO
14001, tra cui la possibilità per l’Ente Locale di attuare un processo
trasparente e credibile di informazione sulle prestazioni ambientali e di avere
un dialogo aperto con i cittadini ed altri soggetti interessati, attraverso una
dichiarazione ambientale, convalidata da un soggetto terzo indipendente
accreditato a livello pubblico (verificatore ambientale).
Dunque la registrazione EMAS costituisce un completamento
della certificazione secondo UNI EN ISO 14001 ed è pertanto un traguardo
ottimale a cui gli Enti dovrebbero tendere soprattutto perché, pur
configurandosi come norma che prevede l'adesione volontaria, EMAS è un
regolamento europeo e dunque a tutti gli effetti una norma del diritto
comunitario che ha efficacia generale per gli Stati membri e prevalenza sulle
stesse leggi nazionali.
2.4 Ma perché fare uso delle norme di adesione volontaria?
Appare chiaro che le norme ad adesione volontaria permettono
di superare il principio della mera rispondenza formale a norme di natura
cogente (e dunque percepiti quasi esclusivamente come vincoli), di superare i
limiti minimi imposti e di dispiegare la progettualità della PA locale. Questa
apertura permette di adottare strumenti per esercitare la leadership da parte
della Dirigenza e che, per sua natura, prevede l'empowerment e la
partecipazione attiva dei collaboratori, il lavoro per obiettivi concreti, la
misurazione e la valutazione dei risultati, il miglioramento continuo. Quanto
detto potrebbe apparire corretto dal punto di vista teorico ma poco
praticabile. Invece proprio il contesto operativo nel quale la PA a tutti i
livelli opera mostra come gli stimoli esterni portano sempre più a considerare
la possibilità per la Dirigenza ed i Decisori Politici di superare il vuoto di
situazioni decisionali normative nell’innovazione. Senza contare che di fatto il
principio cardine di tutte le norme ad adesione volontaria è la conoscenza ed
il rispetto di adempimenti esecutivi e di adattamenti applicativi e attuativi.
Paradossalmente, non solo per le aziende private, innescare un processo di
riorganizzazione applicando le norme UNI EN ISO 9001 e 14001 permette
finalmente di rispettare a pieno le norme cogenti a volte ignorate, poco o male
applicate perfino dalla stessa PA. Per dimostrare si è deciso di presentare
alcuni casi di studio che fornissero non solo segnali promettenti, ma,
soprattutto, la possibilità di individuare nuovi spazi propizi alla
sperimentazione.
3. Casi di studio
Per la individuazione dei casi di studio si è proceduto ad
una ricerca su Internet con l'ausilio del motore di ricerca GOOGLE (www.google.it) con lo scopo di individuare sia
eventuali progetti di diffusione della cultura e delle metodologie per la
Qualità nella Pubblica Amministrazione, sia gli Enti Locali (Comuni, Comunità
Montane, Provincie, Regioni) che fossero già certificati secondo una delle
norme volontarie o avessero intrapreso il percorso di integrazione delle
stesse con lo scopo di arrivare alla certificazione.
I criteri della ricerca sono stati definiti nel tipo di
stringa da immettere (“progetto+qualità”,"ISO 9001+ [ente]",
"ISO 14001+[ente]", "EMAS+[ente]") considerando solo i
primi 30 risultati rilevanti.
Durante la ricerca sono emersi due progetti gestiti
dal Formez, sede di Napoli, e dal consorzio Technapoli (Università degli Studi
di Napoli “Federico II”, Olivetti Ricerca S.c.p.A, IPM. S.p.A), sempre di
Napoli; diversi casi di Comuni “virtuosi” localizzati nelle
Regioni Liguria (1 Comune), Emilia-Romagna (4 Comuni), Veneto (1 Comune),
Lombardia (1 Comune); le Provincie di Bergamo, Bologna, Ferrara e Vicenza; la
Comunità Montana “Alta Val Polcevera” e la Regione Liguria. Sono stati scartati
i casi relativi alla certificazione delle Aziende Municipalizzate.
3.1 Progetti di diffusione della cultura e delle metodologie per la Qualità
3.1.1
Il
progetto “F.A.R.E. Qualità nei servizi di e-government” del Formez
Promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica e
realizzato dal Formez, in collaborazione con A.N.C.I. e U.P.I, il progetto era
rivolto ai responsabili (Segretario Comunale, Direttore Generale) e Dirigenti
e/o funzionari apicali responsabili dei Servizi on-line (o delle aree di
Servizi) dei Comuni con una popolazione compresa tra 5.000 e 100.000 abitanti,
appartenenti alle aree obiettivo 1 e 2 - Programmazione FSE 1994-1999 e delle
Province con una popolazione fino a 400.000 abitanti, appartenenti, anche
parzialmente, alle aree obiettivo 1 e 2
- Programmazione FSE 1994-1999.
Gli obiettivi dichiarati:
· sviluppare
competenze tecniche e manageriali adeguate a programmare, progettare e gestire
i processi di riorganizzazione dei servizi connessi all’e-government secondo
un’ottica di efficienza interna e di Qualità del Servizio erogato;
· accompagnare
la reingegnerizzazione dei processi relativi ai servizi connessi
all’e-government.
· attivare
un ambiente di knowledge-management di supporto alle attività formative e di
assistenza che si intendono realizzare, finalizzato anche a diffondere tale
esperienza alle altre Amministrazioni interessate.
Il progetto è stato articolato in due fasi ed è stato ripetuto in tre edizioni nelle sedi
di Milano, Roma e Napoli per favorire per favorire la partecipazione delle
amministrazioni interessate.
La prima fase prevedeva lo sviluppo di in un percorso
formativo strutturato in 4 moduli della durata complessiva di 8 giorni,
distribuiti nell’arco temporale di un mese.
La seconda fase del Progetto era finalizzata ad accompagnare
le amministrazioni in un progetto di miglioramento organizzativo di un
particolare servizio da esse scelto ed era riservata alle amministrazioni che
hanno seguito l’intero percorso formativo e che hanno individuato un servizio
da riorganizzare.
È stato predisposto, inoltre, un percorso di affiancamento
consulenziale, sia in aula che on-line, finalizzato a supportare e facilitare
concretamente la riorganizzazione di un servizio all’interno
dell’Amministrazione aderente a un Progetto.
Per raggiungere il primo obiettivo sono stati affrontate le
seguenti tematiche: come interpretare il contesto d’azione nel cambiamento
organizzativo, affrontare la riorganizzazione per processi (BPR), definire la
metodologia di valutazione del processo di erogazione del Servizio e la Customer
Satisfaction. Ognuna delle tematiche rappresentava un modulo della durata
di due giornate per una durata di complessive otto giornate.
Per quanto riguarda il secondo obiettivo si sono affrontati,
in un modulo di due giornate i seguenti temi: Gestione del cambiamento
organizzativo; Gestire un gruppo di lavoro; La Comunicazione interna; Strumenti
e metodi per analizzare, misurare e monitorare un processo di erogazione dei
servizi presi in esame.
3.1.1 Il progetto “Qualità per la Pubblica Amministrazione” del Consorzio Technapoli.
Il progetto, selezionato e finanziato dal Ministero
dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con un contributo del
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’Unione Europea e realizzato
nell’ambito del Programma di avvio del Parco Scientifico e Tecnologico
dell’Area metropolitana di Napoli, ha avuto una durata di 36 mesi a partire dal
25 luglio 1997. Obiettivo principale era la realizzazione di un polo della
qualità per la Pubblica Amministrazione capace di sostenere il rinnovamento
degli Enti territoriali secondo i principi di trasparenza e diffusione delle
buone pratiche amministrative promuovendo l'apertura a partnership
pubblico-private, considerando fattore strategico l'uso delle tecnologie ICT e
loro applicazioni.
Il progetto si articolava in due sottotemi di ricerca
gestiti in parallelo:
1.
Sistemi di qualità per la fornitura di
servizi innovativi alla PA, della durata di 24 mesi;
Questo sottotema era dedicato allo sviluppo di una
metodologia di riferimento per l'introduzione di sistemi di qualità nelle
forniture di servizi ed attività di progettazione per la PA da sperimentare
successivamente presso gli uffici tecnici della Provincia di Napoli e del
Comune di Aversa. Inoltre i risultati sono stati presentati presso la Regione
Campania, i Comuni di BAcoli, Ercolano, Portici, Pozzuoli, San Giorgio a
Cremano e Torre del Greco.
Le attività di definizione degli obiettivi di miglioramento
e degli attori, di individuazione delle forme d’intervento sperimentale più
adatte alle caratteristiche del territorio e di realizzazione di un Manuale di
Qualità della Progettazione e alla sua applicazione ai tre settori: Edilizia -
settore di intervento “recupero e restauro”; Idraulica, settore di intervento
“fognature”; Impiantistica, settore di intervento “isolamento termo-acustico”;
sono state affidate ad un gruppo di lavoro interdisciplinare con esperti di
procedure amministrative della PA, di progettazione edile, di progettazione
idraulica, di progettazione impiantistica e di Sistemi di Qualità. Tale gruppo,
a sua volta, è stato affiancato da un "Comitato di Guida e
Monitoraggio", presieduto da un docente universitario appartenente
all’area progettazione, e composto da:
· un
rappresentante dell’OICE - Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria e di
Consulenza Tecnico- economica;
· un
rappresentante della FITA - Federazione Italiana Industrie e Servizi
Professionali e del Terziario Avanzato;
· un
rappresentante dell'ACEN - Associazione Costruttori Edili Napoletani;
· un
rappresentante della Sezione di Ingegneria dell’Unione degli Industriali di
Napoli;
· un
rappresentante dell’Ordine degli ingegneri di Napoli;
· un
rappresentante dell’Ordine degli architetti di Napoli.
2.
Ottimizzazione, trasparenza e diffusione
delle attività della PA, della durata di
36 mesi.
Questo sottotema, dedicato allo sviluppo metodologico
di applicazioni strumentali di tecnologie dell'informazione per l'ottimizzazione, la trasparenza e la
diffusione delle attività tra Enti diversi della PA, è stato suddiviso, a sua
volta, in tre linee di attività:
· ottimizzare
e rivedere i processi interni ad un Ente, allo scopo di mettere a punto
soluzioni applicative configurate sulla gestione delle attività amministrative
lungo iter procedimentali, per la consultazione e il monitoraggio delle
attività amministrative, per l’informativa ed il reporting a livello
direzionale. Acquistano così particolare rilevanza le attività di ricerca
mirate alla realizzazione di un sistema dedicato al Governo per l’alta
Direzione nell’area della gestione delle decisioni e pianificazione degli
obiettivi; sviluppare prototipi operativi o sperimentazioni nell’area tematica
della Gestione degli Appalti e delle Determinazioni Dirigenziali utilizzando
anche strumenti e tecnologie proprie dell’Electronic Tendering (EM);
specificare e sviluppare un modulo infrastrutturale trasversale, di tipo
"add-on", in grado di assicurare adeguati livelli di sicurezza a
tutte le applicazioni.
· razionalizzare
i processi di lavoro/servizio di un Ente inerenti al territorio per
garantire un buon livello di interscambio di dati e servizi fra le
amministrazioni (enti pubblici e soggetti privati) che consenta di integrare le
informazioni gestite da un ente con quelle di altre amministrazioni e che trova
attuazione nella sperimentazione dello sportello tributario, nella
realizzazione del sistema di Anagrafe Tributaria e della necessaria
infrastruttura pubblica di Comunicazione, nell’erogazione di servizi telematici
territoriali a valore aggiunto come servizi pilota per la PA; per classificare
i servizi in base alle caratteristiche di presentazione all'utente, al fine di
individuare ed adattare le caratteristiche di un terminale telefonico evoluto
("Smartphone") da utilizzare per servizi di base (testo e
semigrafica) della PA.
· utilizzare
l’infrastruttura del sistema telematico di
Technapoli per la messa a punto di servizi telematici pubblici
innovativi da offrire sulla rete consentendone la fruibilità remota da parte
dell’utenza interessata; per applicare su alcuni servizi pilota sia il
"modulo add-on di sicurezza" che il terminale telefonico evoluto
("Smartphone") personalizzato per i servizi base della PA.
3.2 I Comuni
3.2.1 Albissola Superiore (SV)
Il Comune di Albissola Superiore
è l'unico del gruppo ad avere progettato, realizzato e sottoposto a
certificazione un sistema integato di gestione Qualità-Ambiente conforme sia
alle norme ISO9000:2000 che alle norme ISO14000:2002 ed il primo Comune in
Italia.
Il percorso di progettazione e implementazione
è durato circa due anni: è partito agli inizi nell'anno 2003 con il lavoro di
analisi del territorio e della struttura comunale sia dal punto di vista
ambientale sia in merito ai servizi erogati per poi procedere alla scrittura
delle procedure del sistema che, nella
fase attuale, ricalcano nella maggior parte dei casi l’esistente
organizzazione. Tale percorso ha visto impegnate a supporto le società Servizi
Tecnologici S.p.A. di Vado Ligure e SIGE – Servizi Industriali Genova.
Agli inizi del 2004 è stata
effettuata da parte della società RINA S.p.A. di Genova la pre-verifica
ispettiva in preparazione all’audit di certificazione effettuato poi nel maggio
2004. Nel novembre 2004 ci sarà la verifica di mantenimento che, richiesta
questa prima volta a sei mesi dalla certificazione, in seguito diventerà
annuale. Dal sito non emerge con chiarezza se il sistema è registrato secondo
il Regolamento EMAS II.
3.2.2
Argenta
(FE)
Nel novembre del 2001, il Comune
di Argenta ha conseguito la Certificazione di Qualità secondo le norme ISO
9001:1994 per il Settore educativo e scolastico, per quanto riguarda la
progettazione, l'erogazione ed il controllo dei servizi relativi agli Asili
Nido, ai Centri Ricreativi Estivi, al Trasporto Scolastico; nel Settore degli Affari
Generali relativamente ai servizi prestati dallo Sportello Unico per le
Attività Produttive e dall'Ufficio Relazioni con il Pubblico. Nel corso del 2003 ha ottenuto, la
certificazione della conformità del proprio Sistema di Gestione per la Qualità
(SGQ) alla normativa ISO 9001 Edizione 2000 estendendone il campo di
applicazione anche a parte dei servizi del Settore Urbanistica e la refezione
fra i servizi certificati dell’area scolastica.
Nella pagina di riferimento del
sito web del Comune si da risalto ad un aspetto fondamentale e cioè che
l'iniziativa è partita dal vertice politico che, “[...] in occasione della
predisposizione del Bilancio per l'anno 2000, aveva posto alla struttura
tecnica l'obiettivo di realizzare un programma di lavoro per l'attuazione di un
Sistema di Gestione della Qualità, con lo scopo di incrementare l'efficienza e
la qualità di erogazione dei propri servizi; sistema di qualità che, per essere
riconoscibile e verificabile come tale, avrebbe dovuto essere in grado di
rispondere ai requisiti previsti dalle norme internazionali e di ottenere il
conseguente riconoscimento attraverso la Certificazione di Qualità”.
Tecnicamente questo atto di
indirizzo si traduceva nell'approvazione nel dicembre del 1999 del Piano
Esecutivo di Gestione del Bilancio 2000 individuando nel Segretario Generale il
responsabile del "Progetto Qualità" con la conseguente attribuzione
delle risorse necessarie al conseguimento dell'obiettivo.
È interessante riportare che
nella pagine di descrizione della propria esperienza il Comune sottolinei che
“[...]l'impegno assunto sia derivato da una scelta di autoregolamentazione
del tutto volontaria dell'Amministrazione Comunale e non sia stata imposta da
disposizioni di legge o regolamento”.
Il percorso
operativo ha visto preliminarmente l'individuazione di una Società esterna di
consulenza alla quale è sato affidato l'incarico di mettere a punto la parte
documentale del "Sistema Qualità" (manuale di qualità, procedure,
formazione del personale, prove e verifiche); formare le risorse umane
dell'Ufficio Controllo di Gestione e Statistica incaricate intenamente dello
sviluppo e della gestione del progetto; coinvolgere, aggiornare e sostenere i
gruppi di lavoro che sono stati costituiti ad hoc nei servizi oggetto di
certificazione.
Al termine
della fase preparatoria e di analisi è iniziata la fase realizzativa durante la
quale si è capito che, per implicazioni
di carattere organizzativo legato alla comunicazione interna ed esterna, era
necessario ampliare il campo di applicazione del sistema qualità inserendo
anche l'Ufficio Relazioni con il Pubblico.
A metà circa
del 2001 infine veniva individuato l'Ente di Certificazione. Circa alla fine
del 2001, dopo la visita una visita preliminare e quella ispettiva ufficiale,
il Comune otteneva la certificazione del proprio sistema in conformità alla
norma UNI EN ISO9001.
In conseguenza
del fatto che “Argenta ha avuto per parte sua l'ambizione di realizzare un
Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) che rappresenti un sistema generale e
complesso, utilizzabile per tutti i suoi servizi e che, dopo il periodo di
assestamento e di positivo rodaggio, potesse essere, con le specifiche del
caso, modularmene esteso ad altri servizi”, nel 2002 è stato avviato
il processo di estensione del campo di applicazione del Sistema Qualità a parte
dei servizi erogati dal Settore Urbanistica e quello di adeguamento del SGQ
alla nuova famiglia di Norme UNI EN ISO9001:2000.
Nel Luglio 2003 l 'Organismo di
Certificazione ha confermato la completa conformità del SGQ alle nuove norme.
Sempre nello
spirito del miglioramento continuo, la
nuova Amministrazione Comunale uscita eletta il 12 e 13 Giugno 2004 ha confermato come una
delle priorità nelle "linee programmatiche 2004-2009" l'ulteriore
estensione del campo di applicazione del Sistema di Gestione per la Qualità.
3.3 Le Provincie
La ricerca sulle Provincie ha permesso di individuare
quattro Provincie di riferimento: Bergamo [19],
Bologna [20],
Ferrara [21] e
Viterbo [22].
3.3.1 Bergamo
Nella sezione del sito Internet della Provincia di Bergamo
viene illustrato il percorso effettuato per la progettazione e lo sviluppo di
un sistema di gestione dei procedimenti amministrativi aventi maggiore
rilevanza del settore Ambiente della Provincia di Bergamo quali: il Servizio
Rifiuti; servizio Emissioni atmosferiche e sonore; Servizio impianti termici;
Servizio Tutela del suolo.
Il percorso iniziato nel gennaio 1999 ha raggiunto la tappa
della certificazione in conformità alla
norma UNI EN ISO 9002:1994 nel settembre 2000. Nel luglio 2002 la certificazione
è stata estesa anche al Servizio Acque. Nel mese di Maggio 2003 è stato
completato, per tutte le attività del Settore, il passaggio alla nuova Norma
ISO 9001:2000. I prodotti più importanti dal punto di vista documentale per il
Cittadino-Utente sono la “Politica per la Qualità” [23]
che illustra lo scopo e gli obiettivi perseguiti con il conseguimento della
certificazione e la “Carta dei Servizi”[24]
che contiene informazioni sulla struttura organizzativa dei diversi Servizi,
sulle differenti attività di competenza e sulle relazioni con il pubblico
La rilevazione dei dati di origine esterna (soddisfazione
dell'utenza), nell'ottica del continuo miglioramento dei servizi offerti, viene
effettuata tramite la somministrazione di un apposito Questionario compilabile
on-line[25].
3.3.1 Bologna
Il Sito web dell'Amministrazione Provinciale di Bologna non
spiega quale è stato il percorso e quali le motivazioni che hanno portato
all'implementazione di un Sistema di Gestione dellea Qualità (SGQ) secondo la
UNI EN ISO9001. Dunque non è chiaro se l'introduzione del SGQ ha favorito la
riorganizzazione dei processi inizaialmente o solo dopo un primo ciclo di
valutazione e miglioramento. È possibile però consultare il Manuale della
Qualità (MQ) nel quale si precisa che il campo di applicazione del SGQ è quello
relativo allo sviluppo ed erogazione dei servizi gestiti dal Settore Personale
per i seguenti macroprocessi: gestione del personale; gestione della sicurezza
dei siti; diffusione della cultura della sicurezza sul territorio provinciale;
attuazione e sviluppo delle attività di pari opportunità sul territorio
provinciale.
3.3.2 Ferrara
La Provincia di Ferrara è stata la prima in Italia a
ricevere la certificazione di un Sistema di Gestione della Qualità (SGQ)
secondo la normativa internazionale ISO 9001:2000 con estensione a tutti i
servizi erogati. Dal certificato[26] si
evince il campo di applicazione del SGQ che consiste nella “progettazione ed
erogazione di servizi a cittadini, imprese e alle comunità locali”. Rimane da
capire che cosa si intende per comunità locali anche se si può azzardare
l'ipotesi che si usi la stessa terminologia dell'art.3 del D.Lgs 267/2000.
All'interno dello spazio web vengono fornite informazioni
relative al SGQ nonchè riferite ai progetti di miglioramento attualmente in
corso di realizzazione. Non è possibile consultare il Manuale della Qualità
(MQ).
3.3.3 Viterbo
Dunque, l'Assessorato Ambiente della Provincia di Viterbo ha
sviluppato il proprio percorso [27]
partendo da una Analisi Ambientale Iniziale che ha consentito di delineare il
quadro della realtà territoriale in cui esso svolge le proprie attività e
servizi (il contesto operativo), e di definire una propria Politica Ambientale
intesa come quell'insieme di intenti e principi d'azione attraverso cui si
impegna al miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali sulla
base delle criticità emerse dall'Analisi Ambientale Iniziale.
Successivamente sono stati identificati obiettivi di
miglioramento che sono stati inseriti all'interno di un Programma ambientale,
approvato dal Consiglio provinciale. Per ognuno di essi è stato individuato un
responsabile del suo raggiungimento, le azioni da intraprendere, scadenze
temporali e risorse finanziarie e umane. Al fine di ottenere gli obiettivi
stabiliti nel programma, è stato adottato un Sistema di gestione ambientale che
fa parte del Sistema di Gestione globale dell'Assessorato ambiente che
comprende la struttura organizzativa, le attività di pianificazione (Obiettivi,
traguardi e programmi ambientali), le responsabilità, le prassi, le procedure
(delibere, regolamenti, ordini di servizio), le risorse per elaborare, mettere
in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la propria Politica
Ambientale, in un'ottica di continuo e volontario miglioramento delle proprie
prestazioni ambientali e di prevenzione degli impatti ambientali.
Successivamente alla certificazione di conformità del SGA
alla norma UNI EN ISO 14001, conseguita Il 25/05/02, si è provveduto alla
divulgazione dei risultati del lavoro svolto attraverso la definizione di una
Dichiarazione Ambientale, precedentemente approvata con apposita Deliberazione
di Consiglio Provinciale e convalidata in data 24/07/2002 da un Organismo
verificatore ambientale indipendente accreditato a livello europeo. A seguito
del completamento dell'istruttoria il documento è stato approvato tramite
deliberazione del Comitato Ecolabel ed Ecoaudit - Sezione EMAS Italia nella
seduta del 26/09/02 e il 15/10/02, con la iscrizione nel registro delle
organizzazioni aderenti al sistema EMAS, dell'organizzazione Assessorato
Ambiente della Provincia di Viterbo attribuendogli il numero per l'Italia
I-000106.
La suddetta registrazione è stata comunicata alla Comunità
Europea per inserire l'informazione nella GUCE.
3.4 Le Comunità Montane
Per quanto riguarda le Comunità Montane è stato individuato
un solo caso di riferimento relativo alla CM “Alta Val Polcevera” in Liguria.
3.4.1 Comunità Montana “Alta Val Polcevera”
La Comunità Montana Val Polcevera, il 27 aprile 2001,
è stata la prima comunità montana italiana a conseguire la certificazione ISO
14001 con una politica ambientale relativa agli ambiti di propria competenza
(aree boschive, difesa del suolo, gestione dei rifiuti) dopo un percorso
attivato il 3 agosto 1999. Avendo ottenuto buoni risultati, la Comunità Montana ha deciso di attivarsi
per adottare altri due strumenti della sostenibilità: l'A21L e la certificazione
EMAS II, per ottenere la quale sta promuovendo la certificazione ISO 14001
presso i comuni che la compongono. All'interno del percorso di sostenibilità,
hanno notevole rilevanza attività di comunicazione quali i progetti di
educazione ambientale nelle scuole, i seminari informativi per i gruppi di
interesse, i corsi di formazione per il personale delle amministrazioni locali
e la distribuzione di volantini e brochure.
Gli obiettivi di miglioramento nella politica ambientale
sono: risparmio energetico e corretta gestione dei rifiuti; sviluppo e miglioramento delle aree verdi;
valorizzazione patrimonio forestale; valorizzazione coltivazioni locali; valorizzazione prodotti tipici;
valorizzazione patrimonio storico-artistico; comunicazione ambientale. Le
informazioni raccolte sono state acquisiti dalla pagina dedicata sul sito web
della Regione Liguria.
3.5 Le Regioni
La ricerca sulle Regioni ha permesso di individuare un caso
di studio relativo alla Regione Liguria che mette in evidenza l'esperienza
interna dell'Amministrazione Regionale in procinto di certificare i Sistema di
Gestine Ambientale del proprio Dipartimento Ambiente Edilizia e Lavori Pubblici
ma soprattutto impegnata in una intensa opera a livello territoriale di
diffusione delle tematiche legate alla gestione della qualità e del territorio.
3.5.1
La
Regione Liguria
Nel novembre 2003 il Dipartimento Ambiente Edilizia e Lavori
Pubblici della Regione Liguria ha avviato la fase finale di sviluppo di un
sistema di gestione ambientale per cui si prevede la certificazione per il
2004.
L'attuazione di politiche integrate in Liguria ha avuto
molti Enti liguri quali pionieri, con attivazione di molteplici esperienze, su
strade spesso innovative che hanno assegnato alla Liguria alcuni significativi
primati nazionali e internazionali[28]:
· il
primo comune certificato ISO 14001 e la prima registrazione EMAS: Varese Ligure
· la
prima Comunità Montana certificata ISO 14001: CM Alta Val Polcevera
· il
primo comune industriale certificato ISO 14001: Vado ligure
· la
prima integrazione tra certificazione ISO 14001 e Ag21l: Celle Ligure
· la
prima certificazione integrata ISO 14001, ISO 9001 e OHSAS 18001 (sicurezza e
salute sul lavoro): Apricale
· il
maggior numero di Enti Certificati ISO 14001 in Italia
L'attuazione di buone pratiche di gestione ambientale
nel territorio ligure si è ormai consolidata, interessando un numero sempre più
ampio di enti e una varietà sempre più diversificata di strumenti. Tutte le
esperienze, per quanto non conseguano uno specifico primato, sono comunque interessanti,
da un lato perché affrontano e contestualizzano i processi, rispetto alle
specifiche realtà, dall'altro perché integrano i processi con altri strumenti
quali la pianificazione territoriale ed urbanistica, i regolamenti edilizi, la
progettazione partecipata e la contabilità ambientale.
Già al dicembre 2002 sul territorio ligure esistevano 26
esperienze di buone pratiche, che per la loro peculiarietà potevano essere
considerati casi di eccellenza nell'implementazione di buone pratiche tese alla
sostenibilità. Dal 2003 grazie anche ai nuovi finanziamenti regionali, il
fenomeno è in forte sviluppo.
Sul sito Regionale è possibile consultare un elenco[29]
continuamente aggiornato degli enti che hanno implementato interessanti casi di
buone pratiche, configurabili come casi di eccellenza.
4. Segnali promettenti e spazi per la sperimentazione
Dai casi di
studio esposti emergono chiaramente segnali promettenti riguardo la gestione
delle risorse nelle PA anche se la geografia delle Amministrazioni “virtuose” sembrerebbe
escludere il sud del Paese che è più interessato dai soliti “progetti di
diffusione di buon pratiche” più che da esperienze concrete. Rimane il
beneficio del dubbio in quanto la ricerca su internet mette in evidenza solo
chi comunica attraverso il canale web ma come mette in evidenza l'ultimo
rapporto RUR CENSIS sulle Città Digitali, presentato il 23 settembre a Roma, si
fa più netto il divario tra nord e sud del Paese registrando il mancato
passaggio dalla semplice erogazione di informazioni e contenuti, alla fornitura
di servizi e occasioni di partecipazione via Internet.
In ogni caso è
evidente, perlomeno al centro-nord, il sempre più massiccio ricorso
all'implementazione di Sistemi di Gestione Qualità e/o Ambiente secondo le
norme tecniche internazionali ad adesione volontaria riconoscibili negli
standard UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001 e nel Regolamento CE2001/761
(EMAS II) nel tentativo di perseguire il miglioramento dell'efficacia e
dell'efficienza dell'attività amministrativa e conseguentemente dei servizi
resi al cittadino.
Dalla breve ricerca condotta su internet emergerebbe sia una
soddisfacente capacità di delineare il proprio percorso evolutivo ed
esperenziale (anche se rimane da approfondire la realtà oggettiva) sia la
concreta possibilità di migliorare la gestione delle risorse umane, finanziarie
(PEG, Controllo di Gestione, formazione continua) e delle attività (erogazione
di servizi a valore aggiunto on-line e off-line, comunicazione) con
l'applicazione dei principi contenuti nelle norme volontarie a compendio della
normativa cogente e secondo i principi della efficienza, efficacia, economicità
ed imparzialità dell'azione amministrativa.
Dall'emergere
di questi nuovi paradigmi gestionali, frutto dell'esperienza di Comuni,
Provincie, Comunità Montane e Regioni, si aprono nuove prospettive per quelle
Amministrazioni richiamate facoltativamente all'applicazione del D.Lgs
267/2000 (Enti al di sotto dei 15 mila abitanti, Regioni e Comunità
Montane), ma comunque soggetti ai principi del D.Lgs 286/1999 (nell'ambito
delle rispettive autonomie) che possono basare la propria azione di innovazione
su modelli condivisi su base scientifica e riconosciuti a livello
internazionale.
Se dal lato operativo sembrano esserci ormai pochi
dubbi circa le opportunità di miglioramento offerte dall'applicazione delle
norme oggetto di approfondimento in questo lavoro non mancano le possibilità di
individuare nuovi spazi di sperimentazione di integrazione fra l'innovazione
tecnologica e l'informatizzazione delle procedure amministrative. Infatti Una
volta implementato un SGQ secondo la norma ISO9001 è automatico seguire anche
l'approccio Customer relationship management (CRM), una metodologia di lavoro
finalizzata al miglioramento delle relazioni con i clienti attraverso continue
riorganizzazioni dei servizi, sulla base delle esigenze del consumatore.
Recentemente, alcuni Paesi (Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna) hanno preso
spunto dal CRM per realizzare interventi di miglioramento dei servizi pubblici[30].
Inoltre, non si dimentichi l'opportunità di integrare i SG Qualità e Ambiente
con l'elaborazione e discussione pubblica del "bilancio sociale", che
potrebbe condurre a sostenere e potenziare anche il principio della trasparenza
all'attività amministrativa.
[1] Il termine Società Locale viene qui usato mutuandone i significati ad esso attribuiti nell'ambito della Pianificazione Territoriale orientata in senso Ambientale. Benché l'accezione Tonniesiana di comunità locale sia ancora applicabile in alcuni casi, peraltro fortemente localizzati e circoscritti, l'attuale interpretazione spaziale del territorio secondo il paradigma reticolare costituito da reti di Città, a loro volta città-rete (Dematteis, 1998) offre metafore e rappresentazioni della realtà totalmente discordanti rispetto al recente lessico della normativa nazionale. Si faccia riferimento, per un esempio concreto, all'art.3 del D.Lgs 267/2000 o all'abuso del termine di comunità nazionale. Come noto, già dal 1887 nel suo “Comunità e Società”, il sociologo tedesco Ferdinand Tonnies propose una interpretazione dei caratteri che contraddistinguono il concetto di comunià da quello di società legata al passaggio evolutivo che ha segnato i progressi inarrestabili dell'urbanizzazione. La comunità (Gemeinshaft) viene dunque vista come modello di socialità arcaico che si sviluppa a partire dal clan familiare e trova il proprio luogo di elezione nel villaggio dove legami di sangue e di amicizia misti alla fede religiosa e ad attività di tipo artigianale ne attestano la morale comunitaria. La comunità si trasforma in società (Gesellshaft) quando il villaggio subisce la propria mutazione come piccolo centro urbano fino a diventare parte o nodo della città-rete nella quale i legami comunitari portano ad un nuovo modello di vita nel quale ognuno vive per se e per il profitto. Mutano velocemente legami affettvi e di tipo mercantile. Dunque la città intesa come “nicchia ecologica” della società muta con la società e quest'ultima con essa verso modelli sempre più complessi e difficili da interpretare troppo spesso rappresentati folkloristicamente dal legislatore.
[2] Shöen D. (1993), Il Professionista Riflessivo, Dedalo, Bari (op. orig. Shöen D. (1983), The Reflective Practitioner, Basic Books Inc., New York.
[3] Simon H. (1988), le Scienze dell'artificiale, Il Mulino, Bologna (op. orig. Simon H. (1972), The Science of the Artificial, MIT Press, Cambridge, Mass) citato in Shöen D. (1993), Il Professionista Riflessivo, Dedalo, Bari, pag. 73
[4] Fonti: Barbarino F.C. (2001), UNI EN ISO 9001:2000, Il Sole 24 ORE, Milano; De Risi P. (2001), Dizionario della Qualità, Il Sole 24 ORE, Milano; www.iso.org; UNI (2001), Gestire il cambiamento, Milano;
[5] Cfr. Roberto Cossu (2004), Il concetto di Organizzazione. Un approccio sistemico per la PA, inedito.
[6] Fonti: De Risi P. (2001), Dizionario della Qualità, Il Sole 24 ORE, Milano; www.iso.org; www.http://www.qualityi.it/new-iso14001.htm
[7] ISO (2003), Environmental Management - The ISO 14000 Family of International Standards, http://www.iso.org/iso/en/prods-services/otherpubs/iso14000/index.html
[9] http://www.europa.eu.int/comm/environment/emas/about/history_en.htm
[11] http://www.provincia.vt.it/ambiente/emas/SCHEMA%20EMAS.pdf
[2] Shöen D. (1993), Il Professionista Riflessivo, Dedalo, Bari (op. orig. Shöen D. (1983), The Reflective Practitioner, Basic Books Inc., New York.
[3] Simon H. (1988), le Scienze dell'artificiale, Il Mulino, Bologna (op. orig. Simon H. (1972), The Science of the Artificial, MIT Press, Cambridge, Mass) citato in Shöen D. (1993), Il Professionista Riflessivo, Dedalo, Bari, pag. 73
[4] Fonti: Barbarino F.C. (2001), UNI EN ISO 9001:2000, Il Sole 24 ORE, Milano; De Risi P. (2001), Dizionario della Qualità, Il Sole 24 ORE, Milano; www.iso.org; UNI (2001), Gestire il cambiamento, Milano;
[5] Cfr. Roberto Cossu (2004), Il concetto di Organizzazione. Un approccio sistemico per la PA, inedito.
[6] Fonti: De Risi P. (2001), Dizionario della Qualità, Il Sole 24 ORE, Milano; www.iso.org; www.http://www.qualityi.it/new-iso14001.htm
[7] ISO (2003), Environmental Management - The ISO 14000 Family of International Standards, http://www.iso.org/iso/en/prods-services/otherpubs/iso14000/index.html
[8] Fonte: Heinz Werner ENGEL ( 2000) EMAS 2000 - Uno strumento dinamico per la protezione dell’ambiente ed uno sviluppo sostenibile, http://www.europa.eu.int/comm/environment/emas/documents/brochure_en.htm
[9] http://www.europa.eu.int/comm/environment/emas/about/history_en.htm
[10] Gruppo di Lavoro “Linee guida per l’applicazione della ISO 14001 e del Regolamento EMAS agli Enti Locali” (2003), Applicare la norma UNI EN ISO 14001 e il Regolamento EMAS negli Enti Locali, UNI, Milano
[11] http://www.provincia.vt.it/ambiente/emas/SCHEMA%20EMAS.pdf
[12] http://www.comune.albisola-superiore.sv.it/
[13] http://www.comune.argenta.fe.it/servizi/certificazione.aspx
[14] http://www.comune.desenzano.brescia.it/Comune/ISO9001/
[15] http://www.racine.ra.it/suapfaenza/iso9001.htm
[16] http://www.comune.fidenza.pr.it/comune/page.asp?IDCategoria=944&IDSezione=7815&IDOggetto=5630&Tipo=SERVIZIO
[17] http://www.comune.mantova.it/progetti/qualita/iso9001/
[18] http://www.comune.schio.vi.it/a_3510_IT_12187_1.html
[19] http://www.provincia.bergamo.it/ProvBgSettori/provBgSettoriHomePageProcess.jsp?page=&myAction=&folderID=70¬iziaID=13303
[20] http://www.provincia.bologna.it/pls/provbo/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=1347
[21] http://sd2.provincia.fe.it/intranet/Internet.nsf/G1AreaTematica?readForm&Area=Sistema%20Qualita&From=AreeTematiche
[22] http://www.provincia.vt.it/ambiente/emas/
[23] http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/Aq_02.pdf
[24] http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/Aq_01.pdf
[25] http://www.provincia.bergamo.it/ProvBgSettori/provBgSettoriHomePageProcess.jsp?myAction=&page&folderID=73&editorialID=37603
[26] http://sd2.provincia.fe.it/intranet%5CInternet.nsf/0/4ccc1410c2d2ae70c1256db20030a8bf/$file/certificato.pdf
[27] Si veda lo schema illustrato a pag. 13
[28] http://www.regione.liguria.it/MenuSezione.asp?Parametri=4_10_73_391_1086_$4_10_73_391_1086_$Casi_di_eccellenza$0$
[29] http://www.regione.liguria.it/MenuSezione.asp?Parametri=4_10_73_391_1086_$4_10_73_391_1086_$Casi_di_eccellenza$0$
[30] AAVV (2002), Proposte per il cambiamento nelle amministrazioni pubbliche, Cantieri, Collana Analisi e strumenti per l'innovazione, Rubbettino Editore
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