10+1 parole chiave per una buona gestione del pubblico interesse

 (tourismvancouver.com)


Nel suo articolo del 29 luglio 2016 (http://dailyhive.com/vancouver/new-vancouver-chief-planner-fixes) Brent Toderian, Pianificatore e Urbanista, fino al 2012 Capo del Dipartimento di Pianificazione della Città di Vancouver, consulente internazionale e attuale Presidente del Council for Canadian Urbanism (http://www.canadianurbanism.ca/board-members/) formula una lista di 5 aggiustamenti che, a suo parere, il nuovo Chief Planner cittadino, in procinto di essere nominato, dovrebbe adottare nel suo prossimo mandato.
La settimana seguente all'uscita del pezzo si è appreso che il nuovo Chief Planner sarà Gil Kelley e che si insedierà ufficialmente il 15 Settembre. Andando a ricoprire un ruolo vacante dal 2015, Kelley si accinge ad operare in una costola vitale dell'apparato gestionale della Città che negli ultimi tempi sembra aver subito una serie di ingerenze eccessive da parte della politica.

Ritengo di estremo interesse discutere sull'insieme delle proposte di Toderian in quanto non rappresentano solo un punto di vista tecnico di alto profilo rivolto all'attenzione della comunità di Vancouver, ma, soprattutto, un'occasione per una riflessione profonda rispetto alle questioni culturali e disciplinari in esse contenute in riferimento alla situazione del nostro Paese.

Nel 2012, Brent Toderian, dopo 6 anni di servizio, lascia il posto di Chief Planner, esprimendo la propria preoccupazione per la progressiva e costante ingerenza della parte politica negli aspetti tecnici della gestione delle questioni urbanistiche se non della scarsa trasparenza rispetto alle decisioni adottate. Come sappiamo, tale principio della separazione tra l'indirizzo politico e la gestione amministrativa è stato introdotto compiutamente nel nostro Paese dal 1993, in più riprese, con le cosiddette riforme "Bassanini", ormai consolidato nella normativa. Tuttavia è esperienza comune che tale separazione sia forse un po' meno praticata nella quotidianità e lunga sarebbe la discussione sulla utilità di tale principio portato agli estremi.

Nel suo discorso Toderian afferma che il Dipartimento di Pianificazione di Vancouver è riconosciuto in tutto il mondo per la sua storia e tradizione tanto da essere citato spesso come un esempio da seguire. Il segreto di tale successo, sempre secondo Toderian, è dovuto alla presenza all'interno del team di lavoro di professionisti con una grande preparazione tecnica, passione e talento che hanno sempre difeso l'integrità professionale e l'indipendenza del Dipartimento, subendone, a volte, anche delle ripercussioni personali.
Effettivamente, sia l'operato dei suoi predecessori (Ray Spaxman, Larry Beasley e Ann McAfee) che il suo successivo impegno hanno permesso alla più grande Città Metropolitana della British Columbia  di tagliare dei traguardi ambiziosi collocandola costantemente ai vertici delle annuali classifiche delle Città maggiormente vivibili ed attrattive del mondo.





Grazie a ciò e alla estrema fiducia nell'operato del City Manager Sadhu Johnston, Toderian si confessa positivo, anche se cautamente, sul possibile ritorno a quello stile di pianificazione basato sui principi e valori che hanno fatto grande nel passato la Città di Vancouver. In particolare sarebbe possibile voltare pagina qualora venissero applicati i seguenti 5 "aggiustamenti" (Ciascuno di questi punti viene compiutamente argomentato da Toderian e per questo vi rinvio al mio successivo post nel quale propongo la traduzione integrale dell'articolo):

  1. Ristabilire la tanto a lungo mantenuta reputazione di indipendenza intellettuale e politica del Dipartimento;
  2. Ristabilire la forte cultura del progetto e la reputazione del Dipartimento circa il perseguimento dell'obbiettivo della densificazione e la Leadership del Governo Cittadino in tal senso;
  3. Ricostruire la credibilità del Dipartimento di Pianificazione e del Governo Cittadino per un coinvolgimento pubblico autentico e trasparente;
  4. Ristabilire continuamente delle linee comunicative con le comunità di Vancouver ed essere un chiaro riconoscibile sostenitore della buona pianificazione;
  5. Ricostruire la cultura fondata sull'eccellenza, l'innovazione e il correre dei rischi in forma creativa nel fare la Città, e ricostruire la fiducia dello staff nell'alto management.

L'esortazione costante è volta a "ristabilire" e "ricostruire" quelle condizioni che hanno favorito negli anni passati il primato della Città in campo mondiale come modello di buona gestione e integrazione virtuosa tra le aspirazioni e i programmi della Comunità, sponsorizzate e veicolate dal Governo e dal Consiglio locale, le aspettative e i progetti di business degli sviluppatori, e le proposte progettuali provenienti dall'apparato tecnico/burocratico, sponsorizzate e veicolate dal Dipartimento di Pianificazione.

Di seguito riporto quelle che secondo me rappresentano le 10 +1 parole chiave contenute, nell'ordine, nei 5 punti precedenti: #indipendenza, #cultura, #coinvolgimento, #trasparenza, #eccellenza, #innovazione, #rischio, #creatività, #fiducia, #credibilità, #reputazione.
Ritengo che tali parole chiave rappresentino vere e proprie componenti strutturali e organizzative universali, un vero e proprio manifesto di come si dovrebbe gestire un Dipartimento di Pianificazione equilibrato, efficiente ed efficacie. Ma non solo.
Paragono l'insieme di tali componenti ad una solida costruzione costituita da una base e 8 pilastri legati tra loro da un architrave, un modello concettuale, organizzativo e sociale capace di sostenersi nel tempo, che può garantire all'organizzazione che vi si ispira una alta probabilità di successo e di prosperità a prescindere dalla missione dell'organizzazione stessa.



Mi spiego meglio proponendo il seguente ragionamento.

Credo si possa concordare sul fatto che una buona #reputazione sia un biglietto da visita fondamentale che dia la misura della propria #credibilità, un elemento di raccordo sul quale costruire la #fiducia dei soggetti interni ed esterni a qualsiasi organizzazione, ma che la stessa, per essere realmente solida, deve necessariamente poggiare sul presupposto irrinunciabile della #indipendenza intellettuale e politica.

Una buona #reputazione dovrebbe essere il risultato della qualità e solidità della #cultura pianificatoria e progettuale e del grado di #fiducia tra i soggetti interni all'organizzazione che si instaura e si rafforza grazie al raggiungimento degli obbiettivi comuni; #fiducia che poi si estende di riflesso anche anche all'esterno dell'organizzazione stessa.

Quanto più l'organizzazione è capace di intraprendere la strada dell'#innovazione, nel modo di pensare e di fare, tanto più è predisposta ad affrontare il #rischio insito in tale pratica, consolidando nel tempo un'attitudine condivisa e praticata dai singoli componenti dell'organizzazione stessa, producendo con #creatività piani e progetti di alto valore tecnico.

Ma l'alto valore tecnico delle proposte non è sufficiente per mantenere e accrescere una buona #reputazione: è necessario promuovere, con forte convincimento e nella massima #trasparenza, il corretto e pertinente #coinvolgimento di tutti gli stakeholders affinché le scelte tecniche, ancorché creative, contengano al loro interno il corretto bilanciamento degli interessi legittimi di tutti puntando comunque e sempre all'#eccellenza.

Questo dovrebbe essere il perno sul quale far ruotare l'intera attività di qualsiasi dipartimento pubblico, il vero banco di prova della #reputazione e #credibilità dell'intera organizzazione, dove la dimostrazione di #indipendenza intellettuale e politica risulta fondamentale (dove ancora è considerato un valore) per poter svolgere il necessario ruolo di composizione imparziale degli interessi più o meno legittimi all'interno dell'"arena" pubblica.

Francamente, credo che quanto sopra riportato rappresenti materia di riflessione per tutti i soggetti che si occupano di pianificazione e urbanistica, ma non solo. Ritengo che da questi concetti si debba necessariamente partire per fondare o rilanciare la pratica di qualsiasi ufficio o dipartimento che si occupa della gestione della res pubblica.
Ritengo, inoltre, che tale iniziativa non possa essere lasciata alla scelta casuale dell'episodio politico momentaneo, ma debba essere precisa responsabilità dei Dirigenti.
Ma questo è un altro capitolo.

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